La fine del 2020 e l’inizio del 2021 per il Guatemala sono stati tutt’altro che semplici.

La pandemia, il ciclone ETA, il ciclone IOTA, l’acutizzarsi dei casi di Covid-19 e, da ultimo, i vaccini che, se qui in Italia ci hanno permesso di tornare ad avere una vita semi-normale, lì non si vedono da più di 170 giorni! Fortunatamente i nostri colleghi in loco stanno bene, come le famiglie e le studentesse delle comunità, così abbiamo voluto aiutare “Oltre il COVID”.

Non dobbiamo dimenticarci come nel dipartimento del Quiché, dove CEFA lavora già da diversi anni negli ambiti di formazione ed agricoltura, la situazione nutrizionale è tra le più gravi del Paese. Si ritiene infatti che il 69% della popolazione sia in condizioni di malnutrizione cronica (CNRDC) e che il 27% sia in condizioni di malnutrizione cronica severa (MSPAS 2017), dato ben superiore alla media nazionale che è del 17%. 

La pandemia poi ha aggravato ulteriormente questi dati poiché molte famiglie, i cui membri, a causa dei divieti di spostamento, hanno smesso di vendere i loro prodotti agricoli, si sono visti costretti anche a ridurne il consumo, sia per la mancanza di scambio tra comunità che per il calo del reddito familiare, con conseguenze sulla salute, sull’alimentazione e sul sistema economico di molti nuclei rurali. Così, da gennaio 2021 ad oggi, con 200 famiglie indigene Maya K’iche’ di 19 comunità rurali del Dipartimento del Quiché abbiamo iniziato un percorso integrato di formazione agricola, consegna di strumenti per la coltivazione e laboratori di ricette salutari.

Il progetto, sostenuto grazie al cofinanziamento della Fondazione Zanetti e di Intesa San Paolo, ha visto la realizzazione di lezioni di approfondimento e distribuzioni di materiale per le comunità. Le lezioni di agroecologia, ad esempio, si sono tenute su come elaborare il concime organico. La distribuzione, invece, ha riguardato principalmente innaffiatoio a spalla, semi di papaya, rapa rossa, cipolla, carote, coriandolo, bietola e cavolo; inoltre sono stati consegnati serbatoi, per la raccolta dell’acqua, utili per irrigare goccia a goccia gli orti familiari. Questa è una tecnica a basso consumo idrico, utile soprattutto per affrontare il problema della scarsezza dell’acqua causato principalmente dal cambiamento climatico.

Prossimi passi 

Dopo questo primo periodo, si prevede anche la raccolta di almeno 19 banche dei semi che permetteranno sia l’immagazzinamento di diverse qualità di semi autoctoni che la vendita degli stessi. 

Inoltre, avendo coinvolto donne, uomini, giovani e bambini di molte famiglie in più comunità, una volta acquisite le competenze, saranno essi stessi che contribuiranno ad una maggiore sensibilizzazione dell’intera popolazione comunitaria passando così da 2.000 a 12.000 persone ad entrare a far parte del processo. 


Ringraziamo la Fondazione Zanetti e il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo.