• DOVE: Tunisia – Governatorato di Tunisi e di Jendouba
  • DURATA: 48 mesi
  • DONATORI: Unione Europea – Programma Horizon 2020
  • CAPOFILA: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
  • PARTNER :Institut National Agronomique de Tunisie (INAT), Group de Développement Agricole (GDA) Hrayer Gloub Ethiran Fernana
  • TITOLO ORIGINALE DEL PROGETTO : FoodLand Food Systems Africa FOOD and Local, Agricultural, and Nutritional Diversity

Il progetto FoodLAND vuole contribuire a rafforzare l’agro-biodiversità e le diverse tipologie di cibo così da promuovere regimi alimentari salutari per combattere le principali forme di malnutrizione in 6 paesi africani: Tunisia, Marocco, Etiopia, Uganda, Kenya e Tanzania. In particolare l’Azione favorisce la realizzazione di un ventaglio di innovazioni per lo sviluppo dell’agricoltura e acquacultura locali volte a costruire abitudini e sistemi alimentari più sani e a ridurre la diffusione di differenti forme di malnutrizione.

 

Il contesto

Gli ultimi vent’anni sono stati caratterizzati da cambiamenti significativi dei sistemi alimentari a livello globale. In particolare, nell’ultimo decennio sono state protagoniste forme di malnutrizione molto diverse a seconda dell’area geografica presa in considerazione.

La Tunisia presenta il tasso più alto di obesità tra giovani e bambini in tutto il Nord Africa e, insieme al Marocco, la percentuale più elevata di anemia tra donne in età riproduttiva in tutto il continente africano. 

La diffusione ed il peggioramento della malnutrizione e di diete inadeguate in Tunisia ha evidenziato la necessità di assicurare l’accessibilità a cibi salutari in termini economici e non solo, soprattutto per donne e bambini. 

Una delle cause della mancanza di accesso a cibo sano, soprattutto in alcune zone del Paese, è dovuta ad alcuni fattori principali: mancanza di coordinamento tra i produttori, mancanza di comunicazione tra produttori e consumatori, un uso inefficiente delle risorse locali, un’alta vulnerabilità del territorio al cambiamento climatico. Questi elementi influiscono negativamente sulla qualità del cibo prodotto, quindi, sul “food system” e sulla “food culture” tunisini. Basti pensare che, in alcune delle zone dai terreni più ricchi – come il Governatorato di Jendouba –  il tasso di obesità è più alto che nelle altre e che, nelle zone più rurali , la maggior parte dei negozi di alimentari propongano quasi unicamente “junk food”.

L’intervento

L’intervento di CEFA e dei due partner locali nel quadro del progetto FoodLAND propone una soluzione sostenibile alla problematica presentata. Infatti, l’Azione inizierà con attività di ricerca rivolte a consumatori e produttori, in maniera tale da poter analizzare da cosa sono guidate attualmente le scelte degli uni e degli altri e cosa potrebbe indurre a cambiare regime alimentare e a migliorare le filiere produttive (quali strumenti, tecnologie). 

Sulla base dei risultati ottenuti, l’INAT (a Tunisi), con il sostegno di CEFA e della GDA Hrayer Gloub Ethiran,  deciderà di sviluppare una tecnologia innovativa per facilitare il miglioramento del regime alimentare nella zona d’intervento, uno sfruttamento più efficiente ed appropriato delle risorse locali e per proporre una soluzione all’enorme problematica dello spreco alimentare in Tunisia.

Questa tecnologia verrà installata e validata in un “food hub”, un centro di innovazione, nel nostro caso la sede della GDA partner nel Governatorato di Jendouba. Precisamente, verrà sviluppato un essiccatore ad energia solare per evitare di gettare frutta e verdura considerati non più vendibili con il fine di trasformarli in chips

In particolare, Cefa Onlus si occuperà dell’attività di ricerca con e sui i produttori nella zona di Jendouba, rafforzamento delle capacità su tematiche come l’impatto della malnutrizione su genere e cambiamento climatico. 

L’obiettivo

L’obiettivo principale è quello di arricchire il food-system del Paese e valorizzare un’area rurale che è, allo stesso tempo, tra le più ricche e povere della Tunisia promuovendone la sovranità alimentare attraverso il rafforzamento di un regime alimentare salutare che punti a porre rimedio a problematiche nutritive che si riflettono anche sul piano sociale ed economico. 

Questo progetto è finanziato dall’Unione Europea – Programma Horizon 2020. I contenuti della presente pubblicazione sono sotto la sola responsabilità del CEFA e in nessuna circostanza possono essere attribuiti all’Unione Europea.

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