Il lavoro del CEFA a fianco delle popolazioni colpite dal terremoto che ha scosso il Marocco lo scorso 8 settembre continua con grande intensità. Nei douars, i villaggi meno accessibili del paese, delle province di Taroudant, El Haouz e Chichaua, l’équipe CEFA si è attivata per portare un sostegno concreto alle famiglie che hanno perso tutto a causa del sisma.

Quando abbiamo deciso di rispondere all’emergenza fornendo delle tende la situazione che abbiamo dovuto affrontare era piuttosto critica

Conferma Abdellah , operatore originario di Taroudant grazie al quale abbiamo potuto raggiungere in ottobre le prime 50 famiglie.

“Nel paese non ci sono fornitori che producono abitualmente delle tende adatte a sopportare il clima invernale ed i costi delle tende pronte e importate dai principali produttori stranieri, oltre ad avere costi molto elevati, non sono adatte ad accogliere la vita di una famiglia nella sua routine quotidiana, avendo delle dimensioni davvero ridotte”.

All’interno dell’équipe di CEFA ci siamo quindi messi alla ricerca di fornitori disposti a venire incontro alle nostre esigenze, arrivando finalmente ad individuare un’impresa nella vicina Salé, la città che condivide il fiume Bouregreg con Rabat, sede storica del CEFA da ormai più di 20 anni. Il lavoro di concezione di un primo modello di tenda è andato avanti per settimane. L’idea alla base era quella di utilizzare un materiale impermeabile sia per la tenda esterna che per quella interna, per  ridurre al massimo la possibilità di permeabilità dell’acqua e ridurre l’effetto di condensazione attraverso l’areazione tra i due strati. Il risultato finale è stato una doppia tenda supportata da pali in ferro disposti ai quattro lati ed al centro della struttura, che resta sorretta grazie ad un sistema di tiranti in corda fissati al suolo da grandi picchetti. 

Il lavoro, per quanto riguarda il tetto della tenda, poteva considerarsi concluso ma restava ancora un piccolo particolare prima di poter partire sul terreno e cominciare le distribuzioni: le tende concepite in Marocco non prevedono una copertura per il suolo! Anche in questo caso, l’ingegno è stata la chiave che ci ha permesso di risolvere il problema. Zouhair ci racconta

Dopo varie riflessioni, ci siamo resi conto che il riciclo ci avrebbe permesso di ovviare alla mancanza di pavimento. Calcolatrice alla mano, ci siamo resi conto che per 16 m2 di tenda bastavano 12 pallets avvolti da un telo di plastica e coperti da due grandi tappeti per dar vita ad un suolo rialzato da terra ed isolato”. 

Questa intuizione ci ha permesso di completare il kit per l’impermeabilizzazione del suolo. L’équipe era molto soddisfatta del lavoro svolto, e finalmente si poteva partire sul terreno per iniziare le distribuzioni.  Dopo più di 10 ore di strada, un convoglio di 5 camion partiti da Rabat pieni di pallet, tende, materassi, coperte e kit igienici familiari per 100 famiglie ha raggiunto i villaggi di Iguersaffane, Tajgalt e Talbourine, nella provincia di Taroudant, dove ad attenderli c’era l’équipe di CEFA.

Insieme al nostro staff, associazioni locali e gran parte della popolazione locale si sono offerti di aiutarci nelle attività di scarico e distribuzione dei beni, oltre che nel montaggio delle tende. Giorgia, cooperante CEFA in Servizio Civile, ci racconta:

Sono state giornate molto intense, ma lo spirito dei più giovani nel contribuire alla distribuzione del materiale necessario ha rappresentato un conforto e un aiuto prezioso per tutta la comunità. I loro volti sorridenti e gli sguardi determinati hanno infuso energia a tutti noi. Durante l’installazione delle tende il riscontro degli abitanti è stato positivo. Il montaggio e l’istallazione però non si sono rivelati altrettanto pratici, richiedendo la struttura, davvero molto pesante, l’impiego di almeno 6 persone per la messa in sicurezza”

Tornati a Rabat, i ritorni dell’équipe ci hanno permesso di ritornare al lavoro sul prototipo originario e ripensare alla sua conformazione. Dopo varie riflessioni e visite sul terreno per comprendere come adattare al meglio gli strumenti a nostra disposizione con le specificità del territorio, abbiamo optato per una struttura rigida e cubica con un tetto a capanna. In questo modo avremmo risparmiato numerosi metri cubi esterni necessari per permettere ai tiranti di sostenere la tenda. Seppur utilizzando più ferro, la struttura sarebbe stata comunque più facile da montare, risultata più adatta alle zone montagnose ed avrebbe richiesto l’impiego di meno persone.

Dopo queste prime giornate di distribuzione, infatti, il lavoro non sarebbe di certo finito. Pronti a tornare sul campo con altri aiuti, forti del nuovo modello di tenda ormai pronto, ci accingiamo a partire di nuovo per fornire la migliore soluzione possibile alle altre 1000 famiglie che in questi ultimi giorni di novembre aiuteremo a prepararsi al meglio per affrontare l’inverno.

Le distribuzioni fatte fino ad ora e quelle future sono possibili grazie all’aiuto dei nostri sostenitori e sostenitrici, e al contributo di Prosolidar, International Medical Corps, ECHO e WeWorld, membro di ChildFund Alliance.