di Alice Fanti – Direttrice CEFA

L’ultimo anno di conflitto russo in Ucraina ha portato morte e sofferenza a migliaia di persone, costringendole a pagare il prezzo di un conflitto che non gli appartiene, iniziato già nel 2014 e tragicamente esploso un anno fa. In 50 anni di attività in tanti paesi del mondo tra Balcani, Africa, America Latina, abbiamo avuto modo di vedere qual è il vero effetto della guerra: una cicatrice nella società, che spesso rimane sanguinante.

Siamo stati testimoni dei devastanti effetti di questo conflitto in tutto il mondo: crisi del grano, mancanza di cibo, crisi alimentari, costo della vita sempre più inaccessibile. Tuttavia, confrontandoci e parlando con i nostri colleghi e le nostre colleghe in Africa e in America Latina, ci siamo resi conto che la guerra è una storia già vista: una storia sbagliata.

Per comprendere appieno come l’ultimo anno di conflitto ha influenzato i paesi in cui operiamo, abbiamo deciso di dare voce a coloro che ogni giorno si spendono per portare avanti i nostri progetti di sicurezza alimentare, accesso al lavoro, protezione dei diritti delle persone migranti e salvaguardia dell’ambiente.

Dal Marocco

Quello che si è visto qui in Marocco, soprattutto all’inizio della guerra, è un atteggiamento di forte empatia del popolo marocchino con quello ucraino, incredulità e sgomento rispetto al fatto che una guerra potesse scoppiare in Europa. 

Federica Gatti – CEFA Marocco

Dalla Tanzania

Credo che gli effetti della guerra si sentiranno in Africa nei prossimi anni, in quanto un impoverimento della classe media e le politiche nazionaliste del paese porteranno sicuramente a un rallentamento dell’economia interna. Questo, unito all’aumento dei prezzi, porterà sicuramente ad una crisi alimentare e sociale, in quanto la prima cosa che si fa con la mancanza di benessere è rinunciare ai servizi primari come la scuola e la sanità.

Giovanni spata – CEFA Tanzania

Dall’Ecuador

La guerra ha generato l’aumento del costo di certi beni che stanno contribuendo ad incrementare il costo della vita, colpendo principalmente la popolazione più povera, esacerbando il conflitto sociale interno, la disuguaglianza e la polarizzazione politica.

Andrea Cianferoni – CEFA Ecuador

Dal Kenya

Le ripercussioni della guerra in Ucraina, come ad esempio l’aumento dei prezzi, ha avuto effetti devastanti sui paesi più vulnerabili come Kenya e Somalia che dipendono fortemente dalle importazioni di cibo ed energia. L’aumento dei prezzi di materiali e mezzi di produzione agricoli si è tradotta in una crisi economica e produttiva per i piccoli agricoltori. Questi eventi, uniti a una siccità già acuta, stanno spingendo le comunità in Africa, in particolare la Somalia, verso una crisi umanitaria e una carestia mai viste prima.

Francesca Rampoldi – CEFA Kenya Somalia

Alcune conseguenze sono ancora invisibili

Molte delle conseguenze del conflitto russo in Ucraina le abbiamo potute toccare con mano. La guerra distrugge intere comunità, causa la morte di persone innocenti e lascia intere regioni sconvolte per decenni. Tuttavia, molte altre conseguenze potrebbero manifestarsi in futuro, portando instabilità per l’economia e influenzando le già difficili relazioni internazionali tra i paesi coinvolti.

La resilienza degli Africani è grande, sono abituati a essere in balia degli eventi, in questo momento storico non si hanno delle vere e proprie risposte. Le vere conseguenze si avranno in un prossimo futuro non molto lontano.

Giovanni Spata – CEFA Tanzania

Il Marocco conta un alto numero di studenti marocchini che decidono di continuare il proprio percorso di studi universitari in Ucraina e Russia, soprattutto per le facoltà scientifiche. Lo scoppio della guerra ha interrotto il percorso di studi per la maggior parte degli studenti marocchini in Ucraina e ha messo in discussione la continuazione anche per alcuni di quelli che si trovano in Russia. Gli studenti marocchini in Ucraina erano circa 7000 giovani e una volta rimpatriati si sono trovati davanti alla difficoltà di integrare le università in Marocco perché la maggior parte di quelle scientifiche sono a numero chiuso. Per evitare alla totalità di questi ragazzi di perdere l’anno, il governo si è organizzato per indire nuovi concorsi e aumentare il numero di studenti per i vari percorsi di studi. Questa può sembrare una piccola conseguenza, ma dobbiamo pensare che i conflitti generano anche questo tipo di conseguenza e disagio.

Federica Gatti – CEFA Marocco

Siamo tutte e tutti coinvolti

Abbiamo capito che questo conflitto ci riguarda tutte e tutti. La sua vicinanza geografica ha indubbiamente scosso i nostri animi. L’invasione della Russia in Ucraina ci ha fatto capire quanto sia importante essere uniti nella lotta contro la guerra, la violenza e l’imperialismo. Dobbiamo lavorare insieme per promuovere la pace, il dialogo e un modello di cooperazione tra popoli, comunità e nazioni.

L’Africa è terra di conquista da secoli e attualmente è la nuova meta dei colonizzatori moderni. Se ci sarà da far scoppiare una guerra per procura, dove i nuovi colonizzatori difenderanno i loro interessi, non si esiterà a trovare una scusa qualunque per fare iniziare un nuovo massacro, dove, come in tutte le guerre, alla fine chi ci rimette sono le povere persone e non i comandanti che stanno chiusi in un ufficio. 

Giovanni Spata – CEFA Tanzania

L’aumento dei prezzi e la competizione per l’accesso alle risorse rischiano di alimentare conflitti interni, sia ai confini tra stati, che tra le comunità locali. Questo lo vediamo e lo abbiamo visto in Kenya, dove recentemente il governo ha dovuto dispiegare forze militari nella contea di West Pokot a causa dei violenti scontri tra la popolazione.

Francesca Rampoldi – CEFA Kenya e Somalia

Solo attraverso la cooperazione e il dialogo possiamo risolvere le grandi disuguaglianze che viviamo e vediamo ogni giorno. Dobbiamo continuare su questa strada, e ricordare sempre che non esiste un’ingiustizia che non ci riguardi.