Prosegue il viaggio del fotografo e giornalista Gabriele Fiolo in Tanzania! Oggi si trova a  Matembwe, dove da anni CEFA si impegna per promuovere l’elettrificazione rurale per innescare processi di generazione di reddito e promozione sociale. Le due centrali idroelettriche nei villaggi di Matembwe e Ikondo hanno infatti fornito l’elettricità necessaria al regole funzionamento di ambulatori sanitari e scuole. L’accesso all’elettricità garantisce inoltre alle famiglie l’illuminazione interna delle proprie abitazioni e offre la possibilità di alimentare mezzi di comunicazione come radio, televisioni o telefoni cellulari.

Gabriele ha incontrato alcuni abitanti per capire come la loro vita sia cambiata dopo l’importante intervento di questi anni. 

Nataniel Malekela – ex sindaco di Matembwe

Negli anni ’80 quando CEFA iniziò il progetto della centrale elettrica ero sindaco di Matembwe.

In quanto sindaco, il mio compito principale fu quello di organizzare i gruppi di lavoro e chiesi alle famiglie di contribuire con un impegno volontario. Le mansioni principali erano preparare la ghiaia, scavare i canali e portare le pietre. Tutte le famiglie hanno contribuito alla costruzione della centrale donando almeno 7 pietre ed io dico sempre “dalla pietra alla luce!” – … è stato un lavoro di grande cooperazione con i volontari italiani. Ci siamo uniti e abbiamo raggiunto un grande risultato!

Oltre ad organizzare i lavori ho sempre cercato di spiegare ai miei concittadini i vantaggi che avremmo potuto avere con la corrente in casa e per le strade. È stata una sorpresa per tutti vedere che la “notte potesse essere illuminata”. Prima dell’elettricità, con il calar del sole era tutto buio e non potevamo continuare le nostre attività. Il primo desiderio della gente di Matembwe è stato quindi costruire case più grandi di mattoni e con il tetto in lamiera, condizione indispensabile per poter avere la luce, poi con il tempo abbiamo comprato le televisioni, i cellulari, attrezzature per attività economiche.

Il semplice fatto di avere la luce di notte ci dava l’idea di vivere in un villaggio sviluppato. 

Io dico sempre che il CEFA ha illuminato la notte!

Maria Mpogole – contadina

Potrei scrivere un quaderno pieno dei vantaggi che abbiamo nel nostro villaggio grazie alla corrente elettrica. Il primo giorno che abbiamo messo la lampadina in casa non abbiamo dormito tutta la notte. Ci siamo sdraiati nella stanza illuminata e guardavamo la luce accesa.

Prima per macinare il mais andavo sempre in un laboratorio che usava la corrente ad olio, ed era molto caro, ed anche la casa veniva illuminata con lampade ad olio. Oppure mi piaceva ascoltare la radio, ma quando si scaricavano le batterie non sempre avevo i soldi per comprarne di nuove. Durante il giorno i miei figli mi aiutavano nei campi e la sera era buio per poter studiare o fare i compiti. Spesso andavano a scuola impreparati, quando cucinavo al buio avevo sempre bisogno di un figlio che mi illuminava con la lampada ad olio o con una candela. Tutti questi elementi ostacolavano il benessere della mia famiglia.

Grazie alla corrente ognuno in famiglia ha potuto fare altro, mio marito disse “è arrivato lo sviluppo!”.Abbiamo acquistato il ferro da stiro e la televisione ed ho iniziato a guardare il telegiornale venendo a sapere cosa succede anche fuori dalla Tanzania. 

Molte persone si trasferiscono qui, siamo un villaggio fortunato e la gente non se ne vuole andare perché le persone vedono tante possibilità di sviluppo. Inoltre, la corrente è un servizio alla portata di tutti. Al mese spendo poche migliaia di scellini per avere il servizio che è veramente impagabile. Mio marito è morto nel 2010, ha sempre collaborato alla costruzione delle centrali di Matembwe e Ikondo. Tutti abbiamo collaborato a scavare, portare le pietre, posare i cavi – la gente ha aderito al progetto con il cuore perché i vantaggi sono stati evidenti per tutti.

Aiutaci anche tu a illuminare il futuro