L’Ecuador sta attraversando una delle crisi politiche e sociali più gravi della sua storia recente. Il potere formale dello stato si sta scontrando con quello parallelo della criminalità organizzata, sfociando in un’ondata di scontri e violenze che mettono in stallo il paese da giorni.

La fuga dal carcere di Adolfo Macìas, capo della banda criminale Los Choneros, ha scatenato rivolte coordinate in varie carceri del paese e nell’intero paese, portando alla dichiarazione dello stato di emergenza l’8 gennaio e successivamente alla dichiarazione di stato di guerra interna. Sono state ore drammatiche e di forte tensioni, con numerosi video e immagini circolati online, alcuni di questi falsi e risalenti ad esercitazioni anti-terrorismo avvenute mesi fa, e che svolgono il solo obiettivo di seminare più panico. Quello di cui però siamo certi è che sono state numerose le sparatorie, i sequestri e le vittime in tutto il paese.

Andrea Cianferoni, il responsabile dei progetti CEFA in Ecuador, ci ha rassicurato che tutto il nostro staff è al sicuro.

“Ieri c’è stata molta preoccupazione per la tanta confusione e il panico nelle strade. Ora lavoreremo a distanza sicuramente per qualche giorno, con anche le scuole che sono state chiuse e i ragazzi in didattica a distanza.”

Andrea ci spiega inoltre la forte capillarizzazione delle bande criminali, che hanno negli ultimi anni portato il paese verso un declino in caduta libera.

“È sicuramente una grande delusione vedere l’Ecuador in questo stato. Fino a pochi anni fa aveva il vanto di essere un esempio per l’intero continente latino americano. Negli ultimi anni la situazione è sprofondata e adesso è difficile vedere un futuro”.

I disordini di questi giorni erano però prevedibili. La situazione fuori controllo stava degenerando da anni, con dati che mostrano una forte insicurezza causata dal crimine organizzato. Nel 2022 infatti l’Ecuador è stato il decimo paese più violento dell’America Latina. Nel 2023 appena concluso si è posizionato invece tra i primi tre, superando Honduras, Venezuela e Colombia. A Guayaquil, importante città portuale e al centro del narcotraffico internazionale, si è registrato un aumento degli omicidi del 80% nel solo mese di novembre 2023.

“Ora le città sono fortemente militarizzate e sembra essersi ristabilito l’ordine” continua Cianferoni. “Staremo a vedere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane come si evolverà la situazione. Una cosa però dobbiamo dirla: se ci sono state tante occasioni per lo stato di finalmente prendere in mano la situazione e colpire queste bande criminali, questa è una che non può lasciarsi perdere”.

Di fronte a questa incertezza per il presente e per il futuro, i nostri progetti nel paese non si fermeranno. Continueremo a lavorare a Lago Agrio al fianco degli agricoltori e delle agricoltrici per rafforzare le loro capacità agricole, contrastare le diseguaglianze economiche, e garantire l’accesso ad un mercato equo.


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