di Gabriele Covi – Responsabile Progetto FREE

Lo scorso 23 gennaio 2023 CEFA ha organizzato una conferenza nazionale in Somalia per sostenere la battaglia per l’abbandono dell’infibulazione e delle altre forme di mutilazioni genitale femminili. La conferenza si è tenuta a Garowe, nello Stato di Puntland, ed ha visto la partecipazione dei principali attori nel settore della prevenzione e della risposta alla violenza di genere. Tra gli altri, hanno partecipato i tre Ministeri competenti (Ministero delle Donne, Ministero della Salute e Ministero della Giustizia e degli Affari Religiosi), le organizzazioni della società civile, le ONG, le agenzie delle Nazioni Unite (UNHCR, UNFPA), i leader religiosi e comunitari. Inoltre, hanno partecipato le attiviste impegnate da anni in questa lotta, tra cui le esponenti della professione medica, ostetriche, infermiere, che affrontano ogni giorno le complicazioni sanitarie che derivano dalla pratica.

L’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili sono una pratica largamente diffusa in Somalia e nello Stato del Puntland, e rappresentano una delle più gravi forme di violazione dei diritti umani. Comprendono forme di escissione e di mutilazione che incidono in varia misura sulla salute fisica e psicologica della donna. I rischi durano per tutta la vita e comprendono emorragie, infezioni, cisti, infertilità, dolori acuti, problemi legati alla sfera sessuale. I rischi riguardano sia il momento della circoncisione, che avviene tra i 5 e i 14 anni, ma anche il momento del parto, con complicazioni e rischio di decesso sia per la madre che per il nascituro. La pratica ha radici culturali e religiose, e si fonda su un’idea di purezza e di bellezza legata ad un’organizzazione sociale fortemente patriarcale. Dal punto di vista sociale, chi non subisce la pratica rischia forme gravi di marginalizzazione, prima fra tutte la preclusione dal matrimonio.

La verità è che né Corano né gli altri testi sacri impongono alcuna forma di circoncisione, tanto che nel 2014 i leader religiosi di Puntland hanno emesso una fatwa di condanna delle mutilazioni genitali, chiedendo “a tutti i somali, in nome di Allah, di abbandonare la pratica dannosa e ogni altro atto al di fuori dalla guida della Religione Islamica”. Dall’altra parte, anche il governo di Puntland è da anni impegnato nel contrasto alle pratiche di mutilazione genitale. Nel 2014 è stato emanato un decreto di “Tolleranza Zero” contro tutti i tipi di mutilazione. Inoltre, è stata creata una Task Force inter-agenzia per coordinare le iniziative di sensibilizzazione a livello comunitario, e per assicurare l’effettiva attuazione della legislazione vigente. La Task Force è oggi presieduta da CEFA e dal Ministero delle Donne. Nel giugno 2021 il governo ha presentato al Parlamento un disegno di legge che prevede la criminalizzazione di tutte le pratiche connesse alla mutilazione genitale femminile. La proposta di legge è ancora ferma in Parlamento, che è composto da 58 uomini e solamente 2 donne.

La Conferenza si è rivelata un’occasione unica per raccogliere tutte le forze sociali e governative impegnate nella protezione dei diritti delle donne e delle bambine, e per rinnovare l’impegno politico per l’eliminazione delle pratiche lesive dei diritti delle donne, prima fra tutte l’infibulazione. I Ministeri e le organizzazioni non governative hanno avuto modo di scambiarsi informazioni sulle forme e sul livello della violenza di genere nel Paese. Si sono discusse le migliori strategie per sensibilizzare le comunità, partendo innanzitutto dal coinvolgimento dei leader religiosi, dei giovani, e del personale sanitario. Le femministe hanno sollevato i rischi che corrono ogni giorno a causa del loro attivismo, ed hanno richiesto che nelle campagne di sensibilizzazione le donne vengano rappresentate come protagoniste attive del cambiamento, e non invece relegate nel ruolo di vittime. Infine, CEFA ha presentato i risultati gli studi condotti negli ultimi anni sull’andamento della violenza fondata sul sesso e sul genere. Inoltre, CEFA ha presentato i Manuali sul trattamento delle complicazioni fisiche e psicologiche a seguito delle mutilazioni genitali, che sono stati adottati dal Ministero della Salute come linee guida per il personale sanitario.

Ringraziamo tutti i partecipanti e le partecipanti alla Conferenza, augurandoci che questo percorso non finisca qui e possa continuare ad aiutare donne e ragazze somale ad abbandonare ogni forma di violenza.

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