• Titolo progetto: Tadamun – Solidarietà FASE I e II
  • Dove: Nord della Libia, Nord-Est (aree direttamente colpite dall’uragano Daniel: Benghazi, Derna, AlBaida, Sahat) e Nord-Ovest (aree che accolgono popolazioni sfollate: Tripoli e dintorni).
  • Durata: 13 mesi
  • Quando: Ottobre 2023 - Ottobre 2024
  • Beneficiari: L’obiettivo dei progetti è di raggiungere 4293 persone abitanti delle aree colpite e sfollati, come beneficiari della distribuzione di kit alimentari e di beni di prima necessità non alimentari (3933 persone) e delle sessioni di supporto psicosociale (300 persone). I beneficiari al momento raggiunti sono ben oltre le aspettative, e a 3 mesi dalla fine del progetto sono stati raggiunti 4396 beneficiari, tra distribuzioni (2917 persone) e supporto psicologico (1479 persone).
  • Donatori: Caritas Italiana
  • Partner: PSS Team

Contesto

Dopo oltre un decennio di ostilità e guerra civile, la Libia rimane in uno stato di profonda crisi, alimentata dal continuo conflitto politico, violenza armata, insicurezza, divisione sociale ed instabilità economica. A complicare notevolmente la situazione, sono gli effetti del cambiamento climatico sul territorio libico: l’uragano Daniel ha colpito il nord-est della Libia il 10 settembre 2023, causando devastanti inondazioni e distruggendo intere comunità, soprattutto nella regione della Cirenaica. Le infrastrutture sono state gravemente danneggiate e molte persone sono rimaste senza elettricità e comunicazioni. Migliaia di persone sono state sfollate, oltre 45.000 stando ai dati forniti da IOM a settembre 2023 (IOM, Key Findings Report, 2023), tra cui famiglie e migranti che vivevano già in condizioni difficili a causa della guerra civile. Le città più colpite sono state Derna, Albayda, e Bengasi, dove migliaia di persone hanno perso la vita o sono ancora disperse. A Derna, il crollo di due dighe ha aggravato la situazione, provocando la morte di oltre 4.000 persone e lasciando migliaia di dispersi. Complessivamente, secondo un’analisi di OCHA del 24 gennaio 2024, l’alluvione in Libia ha colpito 250.000 persone e causato 5.898 vittime (OCHA, Situation Report; 2024). A diversi mesi dall’emergenza, persistono gravi difficoltà dovute a vincoli logistici e al peggioramento socio-economico, il che richiede il protrarsi della risposta umanitaria e dei progetti di sostegno alla popolazione colpita.

Obiettivo

L’obiettivo generale di questi interventi di emergenza è sostenere la popolazione sfollata proveniente dalle aree più colpite dall’uragano Daniel e dalle successive inondazioni nella regione della Cirenaica, nel nord-est della Libia. In Tadamun FASE 1 e 2, la popolazione target, temporaneamente accolta in rifugi, sia in Cirenaica sia in Tripolitania, verrà sostenuta tramite la fornitura salva vita di beni di prima necessità (alimentari, igienico-sanitari e domestici) (Obiettivo 1) e l’erogazione di servizi di supporto psicosociale, ascolto e analisi dei bisogni, nonché la partecipazione a una rete assistenziale di emergenza con il fine di indirizzare i beneficiari verso servizi sanitari e di protezione specializzati offerti da altri attori umanitari (Obiettivo 2). 

Intervento

Si tratta di un intervento che si è strutturato in due fasi consecutive alla luce del protrarsi dell’emergenza e che arriva a coprire 11 mesi di attività, seguendo una struttura modulabile, versatile e replicabile, che permette di rispondere ai diversi bisogni presenti sul terreno, massimizzando gli sforzi di tutti gli attori coinvolti, nazionali e internazionali, ed evitando sovrapposizioni e bisogni scoperti. Il progetto prevede un alto livello di collaborazione con associazioni della società civile e partners locali, quali la Mezzaluna Rossa, il Movimento degli Scouts Libici, e PSS Team, un’organizzazione specializzata in supporto psicosociale (PSS) e pronto soccorso psicologico (PFA), nonché il regolare scambio con i principali attori a livello nazionale. Per la formulazione dell’intervento, le cui componenti principali prevedono distribuzioni di kit alimentari ed igienico-sanitari e l’assistenza e supporto psicosociale alla popolazione colpita, CEFA ha assicurato il regolare coordinamento con altri attori umanitari per l’identificazione del bisogni ed il regolare monitoraggio dei potenziali rischi e problematiche riscontrate nella risposta all’emergenza, attraverso la costante partecipazione ai gruppi di coordinamento settoriali gestiti da OCHA (WASH, FSL, ACG-East), il Libya INGO Forum (LIF) ed il regolare scambio con i principali attori a livello nazionale, inclusa la Risk and Crisis Committee e la Civil Society Commission. In base ai bisogni identificati durante la fase I del progetto Tadamun e sulla base dei feedback ricevuti anche dalla Risk and Crisis Committee, si è previsto il bisogno di concentrare le attività di distribuzione in supporto alla popolazione sfollata nelle aree del Nord-Ovest, che al momento rimane meno attenzionato nonostante rappresenti il 7% della popolazione sfollata e che, come confermato dalla Risk and Crisis Committee negli ultimi mesi è stata supportata soltanto dall’intervento del CEFA. Nei progetti Tadamun FASE 1 e 2, cumulativamente, si prevede di assistere con l’analisi dei bisogni e la fornitura di beni alimentari e kit igienico-sanitari circa 3993 persone, e di distribuire quindi 880 kit alimentari e 880 kit igienico-sanitari. Almeno 300 persone bisognose riceveranno supporto psicosociale e ascolto e ci sarà una costante attività di referral alla rete assistenziale di emergenza. I bisogni delle popolazioni sfollate saranno costantemente monitorati e per adattare e massimizzare l’intervento.

Attività Programmate

L’intervento di supporto umanitario prevede quattro principali attività. La prima consiste nella distribuzione di generi alimentari fondamentali, come cibi pronti, cereali, pasta, legumi, olio, zucchero, sale e latte in polvere. Questi prodotti garantiranno il giusto apporto calorico e nutritivo. I kit saranno distribuiti sia a famiglie, basati su nuclei di cinque persone, sia a singoli individui. Ogni kit sarà preparato seguendo gli standard umanitari internazionali e adattato alle esigenze locali, con particolare attenzione a genere, età, disabilità e possibili conflitti. Inoltre, quando necessario, si prevede la distribuzione di acqua potabile in collaborazione con enti specializzati nelle aree colpite. Il piano rimane flessibile, per rispondere ai bisogni emergenti in contesti in continua evoluzione e ai movimenti della popolazione sfollata.

La seconda attività è la distribuzione di beni di prima necessità non alimentari. Questi includono kit igienico-sanitari con sapone, shampoo, dentifricio, pannolini, assorbenti e altri prodotti essenziali, oltre a kit di beni domestici durevoli come materassi, coperte, cuscini, lampade solari, fornelli portatili e contenitori per l’acqua potabile. I kit saranno adattati sia per nuclei familiari che per individui, tenendo conto delle necessità specifiche di genere e delle diverse fasce d’età. Inoltre, dopo un’analisi delle esigenze, si prevede anche la distribuzione di indumenti per adulti e bambini, così come kit ricreativi e scolastici per i minori sfollati, con un approccio flessibile in base ai bisogni rilevati sul campo.

La terza attività prevede sessioni di supporto psicosociale e di primo soccorso psicologico per affrontare i traumi causati dall’emergenza. Queste sessioni, sia individuali che di gruppo, saranno orientate all’ascolto dei bisogni e offriranno un primo intervento di sostegno psicologico a chi è afflitto da disturbi emotivi e psicosociali. Organizzate in modalità outreach, queste sessioni garantiranno un accesso più capillare e inclusivo, riducendo il rischio di stigma associato ai disturbi di salute mentale. Le sessioni saranno condotte da assistenti sociali e psicologi esperti, specializzati nel contesto libico e con una comprovata esperienza nell’aiutare gruppi vulnerabili e persone affette da disturbi come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

Infine, l’ultima attività prevede la partecipazione attiva ai meccanismi di referral e alla rete di emergenza umanitaria, che include la collaborazione con altri attori sul campo per garantire un approccio coordinato e integrato. Gli assistenti sociali analizzeranno i bisogni e le vulnerabilità dei beneficiari, facilitando il loro accesso ai servizi multisettoriali, tra cui protezione, salute, assistenza legale e alloggio. La rete di referral lavorerà strettamente con partner locali nelle zone colpite, assicurando che le persone più vulnerabili ricevano assistenza continua e appropriata. Questi sforzi garantiranno un supporto adeguato a chi si trova in situazioni di particolare fragilità, migliorando la risposta umanitaria complessiva.

Risultati

La Fase 1 di Tadamun si è conclusa a marzo 2024, raggiungendo e superando gli obiettivi prefissati e aprendo subito la strada alla seconda fase, che subito, ad aprile 2024 è stata avviata. A tre mesi dalla fine del progetto, in totale, considerando entrambe le fasi dell’intervento, sono stati distribuiti 1276 kit, 638 alimentari e 638 di beni di prima necessità non alimentari e così raggiunte 2917 persone. Inoltre, le sessioni individuali e di gruppo di supporto psicologico e di sensibilizzazione organizzate dal partner PSS Team hanno coinvolto 1479 persone in stato di bisogno, andando a superare di gran lunga l’obiettivo prefissato di 300 individui.

Contatti

Riccardo Andrea Rabita: r.rabita@cefa.ong

1