Contesto
Con oltre 116,7 milioni di persone (pop. stimata nel 2021), l’Etiopia è la seconda Nazione più popolosa in Africa dopo la Nigeria e nonostante la relativa rapida crescita economica registrata in questi ultimi anni, rimane uno dei Paesi tra i più poveri al mondo, con un reddito pro capite di solo $ 850. L’Etiopia è un Paese di origine, destinazione e transito di flussi migratori misti. Il flusso migratorio di etiopi verso altri paesi è complesso e riguarda migranti regolari, migranti irregolari. Numerose sono le vittime di tratta e migranti che si affidano a trafficanti per arrivare a destinazione. Le principali rotte identificate per la migrazione irregolare dall’Etiopia sono: 1) la “rotta Est” attraverso Gibuti, Somalia e lo Yemen, verso l’Arabia Saudita e altri paesi del Medio Oriente, 2) la “rotta Nord” attraverso la Libia verso l’Europa, 3) la “rotta Sud” attraverso il Kenya verso i paesi dell’Africa Sud Orientale e il Sudafrica1. La rotta orientale verso i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), attraverso Gibuti e la Somalia è la più rilevante tra le tre principali vie di uscita transnazionali dall’Etiopia. Gli etiopi che migrano in Medio Oriente in modo legale per ragioni di lavoro si stima che non rappresentino più del 40% del totale mentre i restanti migranti (60%, secondo fonti RMMS, 2018) sono vittime di tratta o introdotti clandestinamente da trafficanti, con lo scopo di sottoporli a lavoro forzato e alla tratta a fini sessuali. Il progetto MAPS interviene in un’area cruciale per i flussi migratori in Etiopia, dove returnee, potenziali migranti (comprese le categorie più vulnerabili: donne, vittime di tratta e minori non accompagnati) transitano o partono da/tornano. Il progetto interesserà tre aree urbane limitrofe costituite dalle città di Chiro (Oromia), Dire Dawa (città a statuto speciale) e Harar (capitale dello Stato regionale dell’Harari). Le tre città si trovano lungo una delle arterie principali del Paese, quella che conduce a Gibuti, e sono quindi luogo di partenza per migrazioni dirette (ma non solo) verso i paesi del Golfo, la cosiddetta rotta dell’Est. La situazione attuale, che combina la pandemia di COVID-19 e il conflitto interno in Etiopia, aggrava ulteriormente la vulnerabilità di tali gruppi target. È urgente mettere in atto misure di protezione specifiche e un coordinamento più efficace delle istituzioni e delle organizzazioni della società civile, in modo da limitare i rischi per i gruppi più vulnerabili di essere sfruttati, trafficati o rimanere senza i beni di prima necessità per vivere.
Obiettivo
MAPS funge da strumento di orientamento – come una mappa – per le persone in movimento, fornendo allo stesso tempo protezione, sostegno psicosociale, beni di prima necessità, medicinali ed ausili medici. MAPS si propone di favorire per le categorie più vulnerabili l’accesso ai servizi di base, cercando di limitare gli ostacoli che impediscono la fruizione di quei sostegni che possono offrire alternative alla migrazione irregolare; realizzerà azioni di formazione e avvio alla creazione di piccole imprese sostenibili, prevedendo anche azioni per promuovere la Responsabilità Sociale d’Impresa. MAPS riunirà al tempo stesso i portatori di interesse in ogni territorio, per rafforzarne le capacità e costruire un dialogo efficace basato sull’osservazione del fenomeno, e anche alle possibili risposte che verranno proposte, al fine di sperimentare e consolidare sistemi locali di rinvio (referral) che producano interventi più efficaci per le persone in transito e per l’intera comunità.
CEFA è responsabile del Risultato 3: della componente di formazione e supporto all’avvio di attività generatrici di reddito e piccole imprese sociale e cooperative. Naturalmente, la disoccupazione è uno dei motori della migrazione irregolare (e regolare) ma non è il solo. La maggior parte dei giovani in cerca di lavoro non ha un sufficiente bagaglio educativo e può essere assorbita solo in lavori manuali, faticosi e generalmente scarsamente retribuiti. È da aggiungere che non esiste in Etiopia un sistema di sostegno per i giovani con facilitazione al credito o valide opportunità formative gratuite. Di conseguenza, per la somma di tutti questi fattori, anche se spesso senza convinzione, i giovani finiscono per vedere nella migrazione l’unica soluzione dei loro problemi (personali e familiari). Formazione e creazione di opportunità di lavoro rimangono quindi un’importante alternativa di riduzione dei flussi migratori. Il progetto intende facilitare la formazione dei giovani vulnerabili in cerca di lavoro in ambito urbano e creare opportunità di lavoro in proprio favorendo anche l’inclusione di giovani disabili
Intervento
Giovani potenziali migranti e migranti di ritorno in situazioni di vulnerabilità, in coordinamento con le autorità locali e cittadine, i partner e altre ONG operative sui territori target.
Attività Programmate
1 Coaching per la pianificazione e gestione di attività generatrici di reddito e imprese
L’attività prevede di accompagnare i destinatari delle formazioni all’avvio di attività economiche; ciò avverrà seguendo i seguenti step:
1) Analisi di mercato e valutazione approfondita della realtà socioeconomica delle zone di intervento (baseline survey);
2) Creazione e potenziamento di cooperative e/o microimprese per giovani nelle città di Chiro, Dire Dawa e Harar e follow up per giovani di due microimprese precedentemente formate a Chiro;
3) Percorsi formativi per l’avviamento di attività generatrici di reddito diversificate per giovani nelle città di Chiro, Dire Dawa e Harar;
4) Formazione tecnica in alcuni settori economici in espansione: agricoltura urbana e allevamento; produzione e vendita di fornelli e stufe a basso consumo energetico; raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani; produzione e vendita saponi; produzione e vendita berberé.
Risultati
146 giovani delle città target hanno partecipati a percorsi formativi professionalizzanti e corsi specifici in creazione e gestione di imprese sociali e cooperative; 10 cooperative sono state create e/o supportate e dotate di macchinari e di start up kits per iniziare attività generatrici di reddito per i giovani membri delle cooperative: 2 produzione vendita fornelli a basso consumo energetico, 3 raccolta e vendita rifiuti solidi (plastica), 1 vivaio, 2 produzione e vendita di saponi artigianali, 1 produzione e vendita berberè e 1 di allevamento e vendita capre.