Il progetto nasce in continuità con diverse esperienze accumulate in Tunisia dal CEFA e dai partner afferenti la questione della disoccupazione e mancanza d’impiego per i giovani. Le iniziative precedenti hanno consentito la creazione di un portfolio di buone pratiche sulla formazione e l’inserimento lavorativo e la creazione d’impresa. Visto il perdurare delle problematiche e la crisi economica che sta attanagliando la Tunisia dal 2022 in particolare, i partner hanno concordato sull’assoluta necessità di un intervento sulla tematica giovani e lavoro per lenire gli impatti di crisi economica e, in ambito rurale, le conseguenze della siccità.
Il contesto
Uno dei problemi maggiori della Tunisia è dato dalla disoccupazione e dal fenomeno dei neet. Uno studio commissionato da GIZ (2020) mostra che il 39,6% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni (più di 1,4 milioni di persone) non è né a scuola, né in formazione, né occupato (NEET). I governatorati interessati sono tra le aree prioritarie di intervento nel Paese in termini di esigenze di investimento e sviluppo sociale ed economico. Il Nord Ovest, ad esempio, è una delle regioni con il più alto tasso di disoccupazione, con Jendouba in testa (33% nel terzo trimestre del 2022 secondo l’INS); questa regione ha il 28,4% di persone al di sotto della soglia di povertà, con il governatorato di Bejà che si colloca al secondo posto a livello nazionale per percentuale di popolazione povera (32%, 2020, INS). Per quanto riguarda il Nord-Est e il governatorato di Biserta in particolare, pur registrando i dati più positivi in termini di disoccupazione e povertà, è la regione con la più alta percentuale di emigrati all’estero e una delle aree dove la “disponibilità ad emigrare”, anche irregolarmente, rimane più forte appena dietro la Grande Tunisi (2022, INS). Inoltre Biserta resta un territorio con evidenti disuguaglianze al suo interno: ad esempio, i tassi di disoccupazione e abbandono scolastico nella delegazione di Sejnane sono il doppio di quelli registrati nel centro urbano di Biserta; le aree rurali in generale sono maggiormente interessate dalla diffusione del fenomeno NEET e costituiscono, di fatto, un parametro di esclusione dei giovani (GIZ 2022).
L’obiettivo
L’obiettivo del progetto INES è principalmente quello di ridurre le diseguaglianze contrastando i processi di emarginazione ed esclusione economica e sociale dei giovani tunisini. Le azioni volte ad portare a termine questo obiettivo si orientano sul rafforzare gli stakeholders territoriali in materia di inclusione sociale ed economica al fine di migliorarne il coordinamento e l’efficacia dei servizi forniti ai NEET e sul rafforzare l’occupabilità dei giovani più vulnerabili attraverso la valorizzazione delle competenze e delle capacità personali, l’attivazione di percorsi di inserimento professionale e il sostegno ad iniziative imprenditoriali.
L’intervento
Il progetto si articola in tre azioni complementari:
- l’azione 1 sarà composta da quattro attività (fasi) afferenti la gestione del progetto, la messa in rete degli attori istituzionali e privati già strutturati, il consolidamento del team di progetto e la produzione di nuovi strumenti di analisi (tessuto economico volto all’impiego) e profilazione qualitativa dei NEET in grado di facilitare il loro inserimento sociale e lavorativo in collaborazione con gli stakeholders territoriali che migliorano così i servizi offerti ai giovani tunisini;
- l’azione 2 sarà composta da 3 attività incentrate su due assi, il primo è quello della stimolazione della creatività e della crescita personale e professionale dei giovani neet ed il secondo è quello dell’inserimento professionale in aziende tunisine dei giovani;
- l’azione 3 si basa sul rafforzamento delle competenze imprenditoriali dei giovani NEET tunisini e sulla conseguente creazione e/o rafforzamento di attività generatrici di reddito e imprenditoriali.
Attività programmate
Il progetto INES sostiene il consolidamento di una rete di attori istituzionali e privati attraverso l’organizzazione di comitati di pilotaggio, monitoraggio e capitalizzazione, propedeutici a tutte le azioni del progetto, che servono a dotare il complesso delle azioni di una cabina di regia partecipata che possa coordinare, monitorare e individuare best e worst practices dell’intervento. Inoltre, verranno attivati dei Tavoli di Dialogo Multi-attore nella quale, sulla base di una Stakeholders Matrix preventivamente elaborata e costantemente aggiornata, saranno mobilitati tutti gli attori coinvolti a livello locale nell’inclusione economica e sociale. Nella fase di avvio del progetto è prevista anche una formazione aperta a giovani operatori incentrata sul “sostegno socio-professionale dei giovani ad alta vulnerabilità”. La formazione coinvolgerà giovani già attivi sul campo e/o provenienti dal territori d’intervento (con un percorso di studi affine). In parallelo a queste attività, avverrà la creazione di un “Toolkit di profilazione qualitativa” che permetterà una comprensione più vasta e personalizzata delle vulnerabilità del beneficiario e di conseguenza permetterà un orientamento più efficace delle attività e iniziative di inclusione socioeconomica, e una mappatura delle imprese e degli stakeholders presenti sul territorio attivi in materia di inclusione sociale ed economico. Queste due ricerche daranno vita alle Antenne Territoriali di Orientamento ed Accompagnamento che dovranno indirizzare i NEET in primis verso il “Percorso di rafforzamento e valorizzazione delle competenze personali e professionali” e verso le altre opportunità offerte nel territorio.
Nell’ambito dell’azione 2, verranno organizzati dei laboratori per la proporzione della creatività con l’obiettivo di sostenere i giovani più lontani dall’offerta culturale nella scoperta e nell’esercizio delle arti e dell’animazione e suscitare curiosità e allo stesso tempo sensibilizzare alla condivisione delle conoscenze e alla convivenza, sottolineando la valorizzazione dell’individuo, lo sviluppo personale, un approccio positivo al lavoro di gruppo e l’apertura agli altri. Inoltre verranno organizzate due formazioni: la prima in “Life Skills”, fondamentale per offrire l’opportunità di promuovere le competenze di base dei profili più vulnerabili che spesso si sentono impotenti e soffrono di bassi livelli di autostima e autoefficacia, la seconda riguarda formazioni volte all’attivazione di borse professionali che costituiscono un efficace strumento di politica attiva del lavoro, particolarmente adatto a persone in situazione o in processo di esclusione. Queste contribuiscono al consolidamento di un’identità, all’acquisizione dell’autonomia e infine all’emancipazione dell’individuo, soprattutto nel caso delle categorie più bisognose, le cui BAP rafforzeranno rapidamente il progetto di integrazione sociale. Le modalità di attuazione dell’attività prevedono tre diverse tipologie di BAP, adattabili ai diversi profili dei beneficiari: borse di formazione professionale, borse di tirocinio, borse di lavoro.
Infine, l’accesso alle BAP è una delle due possibili opzioni per i beneficiari che hanno completato il ciclo di formazione Life Skills. L’altra opzione è l’accesso ai finanziamenti per le microimprese o attività generatrici di reddito, di cui la formazione in creazione e gestione d’impresa è il primo passo. I partecipanti che intendono intraprendere questo approccio presenteranno la loro attività/idea imprenditoriale attraverso i test di orientamento e la motiveranno durante i pitch conclusivi. Secondo l’esperienza condivisa dei partner di progetto, le difficoltà maggiori sorgono durante il primo anno di esistenza delle imprese. Tuttavia, di fronte a questa esigenza, l’offerta di servizi esistenti per supportare gli imprenditori nella fase post-creazione è piuttosto limitata, soprattutto in contesti geografici lontani dalle grandi città. Il team del progetto “INES” getterà così le basi per la creazione di un sistema di monitoraggio personalizzato e di prossimità, focalizzato sull’individuo e sull’ecosistema sociale ed economico in cui è inserito.