Contesto
La Somalia vive un conflitto protratto da oltre tre decenni, caratterizzato da guerre civili, estremismo violento, frammentazione politica, conflitti identitari. Nonostante gli sforzi del governo federale, i gruppi armati come al-Shabaab seminano terrore nel paese, ostacolando la stabilità, le libertà individuali e lo sviluppo. Le infrastrutture sono deboli, con scarsità di servizi essenziali come sanità ed educazione. Le donne ed i giovani sono i gruppi più vulnerabili. Molte donne sono vittime di violenza di genere, matrimoni forzati, pratiche tradizionali dannose come l’infibulazione e le mutilazioni genitali, discriminazioni sociali e l’esclusione sistematica dai processi decisionali. In assenza di opportunità lavorative o formative, i giovani sono esposti a fenomeni di reclutamento da parte dei gruppi armati oppure sono costretti a migrare. La vita quotidiana negli Stati di Puntland e Galmudug in Somalia è inoltre fortemente influenzata da conflitti infra- e inter- clan. Piccoli dissidi possono degenerare in scontri armati, con perdite di vite umane, sfollamenti di massa e attacchi di rappresaglia. Le tensioni storiche e le dispute politiche regionali e nazionali alimentano questi conflitti, spesso legati a questioni di proprietà terriera e accesso alle risorse naturali.
Obiettivo
L’obiettivo generale dell’azione, è quello di responsabilizzare, rafforzare e mobilitare gli attori della società civile somala affinché si pongano alla guida dei processi di pace e riconciliazione, promuovano la libertà di espressione e favoriscano una cultura dei diritti umani negli Stati di Puntland e Galmudug, in Somalia. Il Consorzio riconosce la necessità di ampliare il concetto di identità somala, passando dall’attuale enfasi sull’affiliazione clanica e religiosa a una più inclusiva “identità civica”. Lo sport, la cultura e le arti daranno importanza e significato alle iniziative di peacebuilding, riunendo le persone, colmando le divisioni create dalle differenze basate sull’identità e creando una identità comune, basata su aspirazioni e interessi condivisi.
Intervento
Il progetto si articola in 4 principali componenti:
- La prima componente consiste nell’analisi delle cause più profonde delle tensioni sociali e dei conflitti che affliggono la società somala, con un focus del ruolo della cultura e dello sport come vettori per promuovere la coesione della comunità.
- La seconda azione riguarda il rafforzamento delle capacità di giovani e donne, e delle organizzazioni della società civile da loro guidate, nonché degli artisti e degli operatori culturali affinché esercitino una leadership positiva al fine di prevenire conflitti e promuovere la coabitazione pacifica, sfruttando il patrimonio culturale somalo e lo sport come vettori di unità.
- La terza componente consiste nella promozione di un dialogo costruttivo tra le comunità e la diffusione di messaggi di pace, attraverso azioni educative e di dialogo inter comunitario.
- L’ultima azione si concentra sul rafforzamento della leadership, dell’influenza e dell’autonomia delle donne e dei giovani somali e delle loro organizzazioni, attraverso la promozione di interventi finalizzati al rafforzamento delle libertà cultuali, dei libero sviluppo dell’arte, e della cultura dei diritti umani. In questa fase si prevede di selezionare, formare e sovvenzionare alcune delle organizzazioni locali, attraverso l’apertura di un bando che mira alla definizione ed implementazione di nuovi progetti miranti alla riconciliazione e al dialogo.
Attività Programmate
In una prima fase, si svolgerà un’analisi dei conflitti e delle forme di violenza a base identitaria, attraverso la selezione di ricercatori somali e in collaborazione con gli istituti educativi locali. L’analisi verrà svolta attraverso metodi quantitativi e qualitativi, e con interviste ad attori chiave sia statali che comunitari, come le organizzazioni della società civile, media e giornalisti, giovani attivisti, donne leader di gruppi comunitari. Una volta identificati i bisogni e le caratteristiche del conflitto, si aprirà una fase di capacity building a favore di organizzazioni di base partecipate da donne e giovani. A tal fine, verranno realizzati workshop di sensibilizzazione rispetto al ruolo della poesia, della musica, delle forme culturali tradizionali e dello sport nella promozione della riconciliazione, oltre che workshop mirati per gli attori della comunicazione (giornalisti, radio, TV, social media influencers…) sulla conflict-sensitivity e gender-sensitivity communication. Nella terza fase del progetto gli attori formati in precedenza verranno coinvolti nell’organizzazione di una serie di attività di sensibilizzazione su più livelli. Verranno selezionati dei “Peace Champions”, ovvero artisti, operatori culturali e sportivi che contribuiranno alla creazione di luoghi sicuri in cui si possano svolgere eventi sportivi e culturali, supporteranno nella diffusione di maggiore consapevolezza sulle dinamiche di conflitto e a prevenire episodi di violenza sistemica (tra cui la violenza di genere). Verranno realizzate attività educative all’interno delle scuole primarie e secondarie. Saranno organizzati dialoghi comunitari, forum, open mic, per l’instaurazione di un dialogo inter-generazionale: si confrontano giovani leader e giovani artisti, donne leader, attori statali e leader tradizionali. L’ultimo ciclo di attività coinvolgerà le organizzazioni della società civile in una formazione sulla gestione progettuale e sulla scrittura di proposte. Per le proposte progettuali selezionate, le organizzazioni avranno la possibilità di ricevere sovvenzioni per l’implementazione di progetti miranti al rafforzamento dei processi di riconciliazione e coesione sociale.
Risultati
CEFA ha sviluppato robuste metodologie in Africa orientale e settentrionale nel settore dei diritti delle donne, empowerment delle organizzazioni della società civile (OSC) e peacebuilding. In particolare, il progetto utilizzerà gli strumenti e le pratiche sviluppate nel contesto del progetto in corso “Kujenga Amani” finanziato dall’UE, volto a promuovere il peacebuilding lungo la costa swahili, coinvolgendo giovani uomini e donne in Kenya, Tanzania e Mozambico. Il progetto creerà sinergie con partner istituzionali e quadri di coordinamento locali in Somalia, tra cui i Ministeri chiave (Giovani e Lavoro, e Cultura). Si coordinerà inoltre con altre iniziative di peacebuilding implementate da altri attori internazionali. L’iniziativa si basa sui risultati ottenuti dal progetto “FREE”, finanziato dall’UE, che mira a supportare le istituzioni governative e le OSC nella promozione dell’abbandono progressivo delle mutilazioni genitali femminili e di altre pratiche tradizionali che violano i diritti delle donne.
Contatti
Gabriele Covi – g.covi@cefakenya.com