Mercoledì 19 Giugno 2019 si è svolta al comune di Bologna la presentazione del Bilancio Sociale 2018 di CEFA onlus dal titolo «La formazione è libertà».

Nel discorso introduttivo, il presidente Raoul Mosconi ha sottolineato le trasformazioni del contesto in cui CEFA opera promuovendo “modelli di sviluppo sostenibile” che, nei diversi contesti in cui sono applicati, favoriscono tra l’altro la capacità di resilienza davanti ai cambiamenti climatici. Nell’introdurre il focus del bilancio, il presidente ha definito la formazione un “elemento essenziale per dare futuro ai valori della solidarietà e della cooperazione” e, ricordando la situazione attuale in Libia, ha indirizzato un appello all’Europa e ai suoi cittadini affinché siano elaborate politiche migratorie basate sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani.

Nel 2018 CEFA è passata a un volume delle attività di quasi 6 milioni di euro e i beneficiari diretti dei diversi progetti che l’hanno vista coinvolta sono stati 220.388. 

«I numeri del bilancio significano che sono aumentate notevolmente le persone che abbiamo conosciuto e aiutato, con le quali abbiamo costruito un cambiamento con il comune obiettivo di lottare contro la povertà e la mancanza dei diritti fondamentali», afferma il direttore Paolo Chesani. Quest’ultimo ha dichiarato inoltre quanto sia importante migliorare la qualità dell’istruzione ricordando – secondo i dati dell’Onu – che 617 milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo (58%) non soddisfano gli standard minimi di competenza in lettura e matematica.

Nel corso della tavola rotonda è intervenuta Eugenia Ferarra, responsabile dell’Area Scuola e Divulgazione della Fondazione Golinelli. Quest’ultima ha precisato il valore della formazione per la fondazione Golinelli, che ha come obiettivo quello di favorire la crescita umana e professionale delle nuove generazioni. Parlando della fondazione, ha illustrato l’approccio “open innovation”, basato su condivisone e contaminazione di proposte innovative per il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di giovani.

L’importanza della formazione realizzata attraverso la cooperazione è stata invece discussa da Alessandra Scagliarini, prorettrice per le Relazioni Internazionali dell’Università di Bologna, che ha descritto alcuni progetti di sviluppo con oggetto la formazione. A questo proposito ha menzionato il progetto “Unibo for refugees”, promosso dall’Unibo e dal comune di Bologna, finalizzato all’integrazione degli studenti rifugiati nel mondo universitario. La prorettrice ha colto così l’occasione per condividere il ricordo di un suo viaggio in Etiopia e sottolineato l’importanza dell’intreccio di culture diverse, che è avvenuto nello specifico attraverso la collaborazione di Unibo e alcune università africane. Questa ha infatti permesso agli stessi docenti dell’Unibo di sperimentare metodiche innovative e progetti pilota.

Marco Lombardo, l’assessore agli Affari Internazionali del Comune di Bologna, ha infine rivolto l’attenzione sugli aspetti della sostenibilità ambientale e sociale. Parlando di “programma implicito” di una Città e citando lo scrittore Italo Calvino, ha introdotto una discussione sui doveri della Città, che diventano ancora più importanti per contrastare lo sviluppo di retoriche anti-immigrazione. Una Città, tra i tanti obiettivi che si prefigge, secondo lo stesso assessore, dovrebbe innanzitutto “salvaguardare il modello di integrazione diffusa” e allo stesso tempo “educare alla libertà responsabile” i suoi cittadini.