Si è tenuto a Bologna il terzo incontro sulle opportunità di investimento in Marocco per i marocchini residenti in Italia. Abbiamo iniziato questo percorso settimane fa, tenendo a fine maggio i primi incontri a Verona e Milano. Questi momenti di confronto fanno parte delle attività previste dal progetto DEPOMI e rappresentano un’importante occasione per ricordarci quanto fare cooperazione significhi anche creare ponti e opportunità fra paesi.

Lo scopo di questi incontri è stato quello di raccogliere informazioni riguardo opportunità, interessi e difficoltà incontrate da Marocchini Residenti in Italia, nell’investire nel loro paese di origine. A tal fine, grazie al preziosissimo contributo di INDiplomacy nell’organizzazione e la gestione di questi incontri, siamo riusciti a raccogliere importanti dati e informazioni che andranno a porre la base per l’evento finale che si terrà il prossimo autunno e che vedrà la partecipazione dei Responsabili marocchini per gli investimenti a livello regionale e nazionale, e che avrà lo scopo di offrire ai partecipanti strumenti concreti e informazioni essenziali al fine di poter investire nella Regione dell’Orientale ed in Marocco più in generale, contribuendo così allo sviluppo territoriale del paese.

Dopo il terzo incontro, abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Keltoum Kamal Idrissi, una giovane imprenditrice co-fondatrice del progetto Hijab Paradise, un brand aperto 4 anni fa a Bologna con l’obiettivo di portare la modest fashion anche in Italia.

Sono 7 anni che non torno in Marocco, e ormai non ho nemmeno più la percezione di tutte le procedure richieste per investire nel paese. Ognuno di noi è cresciuto in un ambiente diverso e basa la propria esperienza sulla sua bolla. Io ho una chiara percezione dei borghi di Casablanca, che sono sicuramente diversi da quelli di Rabat. Per trovare possibilità di lavoro e investimento, bisogna anche un po’ valutare tutte queste differenze.

Come nasce l’idea di vendere hijab a Bologna?

Tutto è nato da un’esigenza. Ci siamo accorte dell’arrivo della modest fashion in molti paesi occidentali e ci siamo chieste “perché non farlo anche qui?”. La modest fashion ci permette di dare spazio alla nostra espressione senza dover sacrificare le nostre tradizioni, e inizialmente facevamo molta fatica qui in Italia. Ci siamo quindi armate di pazienza, abbiamo scritto un business plan, studiato la burocrazia e iniziato il progetto.

E quando vi è venuta l’idea di investire in Marocco?

Già nel nostro business plan decennale era prevista la possibilità di riuscire ad aprire un ramo in Marocco, dove infatti avremmo già una location in mente, ma all’inizio era lontano come progetto, infatti quando ho sentito degli incontri che avete organizzato mi sono detta che era davvero un’opportunità da non perdere.

Quali erano le tue aspettative prima di partecipare all’incontro?

Le mie aspettative erano molto basse perché avevo già partecipato in passato ad altre iniziative di questo genere, che però si erano sempre rivelate molto astratte senza dare indicazioni concrete su come procedere. All’incontro a Bologna invece abbiamo parlato di procedure, bandi, e vere opportunità da sfruttare, e quando sono uscita mi sono ritrovata con davvero tante idee in mente, che non riguardavano solo il mio progetto di hijab come possibilità di investimento.

Ora sono molto curiosa per scoprire di che cosa tratterà l’incontro finale.

Con il contributo di