Nel nostro recente viaggio in Tunisia abbiamo visto da vicino quanto è preziosa la presenza di CEFA per dare una chance ai giovani tunisini di vivere dignitosamente nel proprio Paese. Grazie ai progetti START UP e RESTART, che meriterebbero di essere modelli replicati, CEFA aiuta a contrastare l’annoso problema della disoccupazione giovanile nel Paese, che raggiunge tassi del 44%.
A eccezione di chi già ha un’attività di famiglia in cui inserirsi, per tutti gli altri è comune il desiderio di tentare la fortuna in Europa. Non perché sognino di vivere nel lusso, o non si accontentino, ma perché mancano opportunità lavorative, manca sviluppo, tutto sembra fermo: e senza solidità economica, ci si vede preclusa anche la possibilità di crearsi una famiglia. I rari lavori che si trovano sono sottopagati e spesso senza alcuna tutela dei diritti del lavoro.
Infatti, nonostante i crescenti finanziamenti internazionali ai centri di formazione professionale anche per i giovani diplomati – che spesso scelgono forzatamente questa strada pur di trovare lavoro, rinunciando ad aspirazioni e ambizioni personali – lo sfruttamento lavorativo sembra essere l’unica certezza, come afferma Yahia, intervistato da Giovanni Cordova nell’etnografia Karim e gli altri – la gioventù tunisina dopo la Primavera: “In azienda non mi facevano svolgere il mestiere per cui ero qualificato; io facevo il mulo che portava il carico pesante”.
Ma è la disoccupazione la condizione più diffusa, una disoccupazione senza prospettive di cambiamento, i cui sbocchi possibili sembrano essere rassegnazione a una sopravvivenza nella miseria e annullamento del proprio io. Questa condizione porta molti giovani al suicidio, ad oggi frequentissimo (oltre 230 suicidi all’anno tra i 25 e i 35 anni), mentre altri all’adesione a movimenti estremisti, con il conseguente aumento delle violenze; rimane infine il sogno europeo, che porta con sé enormi rischi.
Il Fondo Monetario Internazionale era pronto per erogare un prestito di 2 miliardi di dollari alla Tunisia ma, in seguito ad alcune decisioni politiche del presidente Kaïs Saïed, eletto lo scorso dicembre, i fondi non sono stati erogati.
In questo contesto si inserisce CEFA che seleziona i più meritevoli progetti di start-up di giovani per finanziarli e seguirne la formazione necessaria per gli aspetti gestionali. Ogni start-up crea poi lavoro per almeno altre 2-3 persone e diventa il tassello di una catena di valore in ambito agricolo, di trasformazione agroalimentare o di servizi eco turistici.
Tra le tante persone incontrate durante il nostro viaggio, abbiamo conosciuto Mouafaq, 30 anni, con un passato difficile ma una enorme motivazione. Mouafaq aveva già una preparazione in ambito caseario e ha potuto aprire, tramite CEFA, un laboratorio di produzione di formaggi, utilizzando latte a km 0. Mouafaq ci ha accolto con visibile orgoglio e ci ha deliziati con buonissimi assaggi di mozzarella, ricotta e primosale nel suo minuscolo punto vendita, che per lui significa futuro e vita.

Abbiamo poi incontrato Delende, giovane miniera di idee, mamma di una bimba di 2 anni, e che, insieme al marito Adel e CEFA, ha aperto il Purenature di ristoro su una collina, con una splendida vista a ridosso sul mare; il locale è stato costruito e arredato utilizzando materiali di recupero e tanta creatività.
Il Purenature usa prodotti locali per una cucina sana e buonissima e si trova nei pressi di Tabarka; il locale è molto apprezzato al punto da avere già un bel giro di clienti, anche provenienti dalla vicinissima Algeria. Delende ha già assunto 10 persone e continua a volare alto: il prossimo passo è aprire una piccola area di campeggio nella terra adiacente al locale!

Sono qualche centinaio i giovani con storie di successo, ma ci resta l’amarezza per il fatto che sono a migliaia i ragazzi che meriterebbero e necessiterebbero dello stesso supporto, per vivere in pace e valorizzare le bellezze naturali del proprio Paese. Ripartiamo con la viva speranza di riuscire a diffondere quanto abbiamo conosciuto e che CEFA ottenga sempre maggiori finanziamenti per centuplicare questo prezioso lavoro.