Di Barbara Mazzanti – b.mazzanti@cefa.ong

«Viaggiando attraverso i luoghi più disparati e lontani della nostra cultura madre, ci si abitua alla consapevolezza che la nostra immaginazione sarà sempre superata da ciò che ci attende dietro l’angolo, dove ci sarà sempre qualcosa in grado di sorprenderci nel bene o nel male. Non aspettarsi mai nulla o aspettarsi sempre di tutto? Forse entrambe le cose».

Con lo spirito dell’autore Gianni Bauce, che ha viaggiato in Mozambico, mi approccio a questo paese che rappresenta la mia prima missione con CEFA in Africa. Andare per sorprendermi, per conoscere i progetti che racconto a chi ci sostiene, ma andare soprattutto per conoscere i beneficiari, le persone che ogni giorno il nostro staff locale – Rosa, Marcy, Adelino, solo per citarne alcuni – incontra per ascoltarle, capire le loro esigenze, mettere a disposizione la loro professionalità per supportarle nella crescita economica e del riconoscimento dei loro diritti. 

I più piccoli dei beneficiari diretti che incontro sono i bambini della scuola primaria del villaggio di Dondo, a qualche chilometro da Beira. Difficile chiamare scuola questo edificio malconcio, queste aule senza vetri né porte né pavimento, il telo che fa da tetto sbrindellato dall’ultimo ciclone di due anni fa. Ma loro sono lì in attesa del nostro arrivo: si avvicinano curiosi, con la loro allegria, il sorriso che li illumina appena sorridi e dedichi loro attenzione.

Sanno cosa sta per succedere: è un rituale che conoscono bene. Marcy, la nutrizionista del CEFA Mozambico, li chiama dalle aule; loro si mettono in fila ordinata spintonandosi un po’ e collocandosi sotto il tendone dove, insieme a Marcy, cominciano a ripassare i principi nutritivi del latte. Guardando il cartellone “Beneficios do Leite para a saude” si ripetono cantilenando i vantaggi dell’assunzione del latte; qualche bambino viene chiamato da Marcy davanti al cartellone e interrogato e, quando si sbaglia, scoppia una grande ilarità. 

Anche l’attività che segue, con disegni da colorare e ritagliare, serve a rafforzare le idee sul latte. E sono contentissimi quando viene consegnato loro lo squisito liquido bianco nel bicchiere colorato, si allontanano un poco, se lo gustano in silenzio, con l’accenno di un sorriso che nasce sul loro volto. E anche mettersi a lavare i bicchieri nella bacinella grande diventa un gioco.

Non se ne rendono conto: questo oro bianco per loro è fonte di vita – per la maggior parte di questi bambini è l’unica fonte proteica che assumono durante la settimana. Si avvicinano dei ragazzi; penso siano studenti della scuola, invece Rosa mi spiega che hanno già 13 e 14 anni. Sono a lavorare nei campi, ma vengono per vedere se rimane del latte dopo la distribuzione alle classi. È vero, le domande che rivolgono a Rosa sono quelle di bambini grandi, ma fisicamente non lo sembrano affatto. 

Questa è la brutta sorpresa cui non si è preparati: vedere ragazzi e bambini che dimostrano molto meno della loro età, che non sono cresciuti abbastanza a causa della malnutrizione. Scoprire che l’età media in Mozambico è di 17 anni.

E sorprendersi allora di come un bicchiere di latte possa fare la differenza: significa prendere l’abitudine ad un alimento nutriente, svilupparne la produzione e la gestione della filiera, far crescere il reddito delle famiglie, ed allo stesso tempo educarsi ad una sana nutrizione. Ho visto che le persone del CEFA cercano di fare questa differenza, e di accendere un sorriso duraturo sui volti di questi bambini e sul futuro volto di questo paese.

Questo Natale, aiutaci a continuare a distribuire latte nelle scuole del Mozambico.
Con il Panettone e Pandoro CEFA puoi farlo!

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