CEFA era presente a Marrakech in Marocco lo scorso 10 e 11 dicembre al Global Compact, un patto mondiale per la gestione “sicura, ordinata e regolare” dei flussi migratori. Lo era a nome dell’AOI, la rete delle associazioni delle ONG di cooperazione internazionale. Sono stati 164 i paesi che hanno ratificato questo accordo, ma l’Italia non era tra questi. Come ha detto bene il numero uno dell’Onu, Antonio Guterres, questo intesa è “un percorso per prevenire la sofferenza e il caos” e quindi per il bene di tutti. Guterres ha poi raccontato degli oltre 60.000 migranti deceduti dal 2000 mentre cercavano di trovare una vita dignitosa al di fuori del loro Paese, e quello che spesso succede a queste persone l’ha definita “una vergogna collettiva”. “Noi non dobbiamo soccombere alla paura o alle false narrative”, ha affermato ancora il segretario generale dell’Onu, segnalando le “numerose bugie” propagate su questa intesa, che dovrà essere ora ratificato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il prossimo 19 dicembre.

Federica Gatti, responsabile di CEFA in Marocco, ha ribadito la necessità di un rafforzamento della cooperazione tra i paesi per assicurare una gestione efficace del fenomeno migratorio.

“Mai come oggi”, scrive AOI, “riteniamo necessario un rafforzamento della cooperazione tra paesi per garantire una efficace ed umana gestione dei fenomeni migratori, in particolare per quanto riguarda le categorie più vulnerabili, inclusi i minori, in particolare se separati dalle proprie famiglie o non accompagnati. È un momento cruciale per l’Italia, paese di transito e destinazione dei flussi migratori verso l’Europa. È il momento di promuovere una condivisione di responsabilità a livello globale e perseguire soluzioni umane ed efficaci”.