In cinquant’anni di cooperazione allo sviluppo abbiamo imparato che sono sempre i poveri a pagare il prezzo delle guerre e delle ingiustizie, per questo in ogni luogo della terra dovrebbero tacere le armi per lasciare spazio al dialogo, alla ricerca della giustizia e alla costruzione della pace. La nostra idea di fraternità universale e cooperazione fra le persone si alimenta della condivisione e della moltiplicazione delle risorse e delle opportunità, l’esatto contrario della logica delle guerre e dello sfruttamento.

Guardando dall’Africa il resto del mondo abbiamo compreso che insieme alle difficoltà ci sono opportunità, ampi margini di miglioramento e, soprattutto, che i cambiamenti positivi possono avvenire molto più velocemente di quanto ci si possa immaginare grazie alla collaborazione che tutte le persone possono dare.

In un tempo di grandi difficoltà come questo c’è il rischio però di cedere allo sconforto specialmente se si vive in un villaggio della Somalia, dell’Etiopia, della Libia, della Tunisia o del Kenya. Questi Paesi, in cui il CEFA opera da anni, sono fra quelli maggiormente esposti agli effetti della crisi alimentare globale che sta colpendo le economie dipendenti dalle importazioni di cereali dall’Ucraina e dalla Russia. Alla crisi climatica, alle tensioni sociali generate da guerre e scontri che si trascinano da anni, alla crisi pandemica, oggi si aggiungono infatti gli effetti estremamente negativi che la guerra in Ucraina sta determinando sulla catena del cibo. La Banca Mondiale, che aveva registrato un aumento dei prezzi degli alimenti di oltre il 30% nel 2021, stima per il 2022 un incremento ulteriore del 23%. Bisogna
agire in fretta per aiutare le popolazioni maggiormente colpite dal pericolo della fame.

L’interruzione delle forniture sta facendo impennare i prezzi degli alimenti spingendo nell’insicurezza alimentare sempre più persone e ai più poveri manca l’accesso costante al cibo. Per questo ci stiamo mobilitando, insieme alla comunità internazionale, per intervenire nell’emergenza.

Le realtà meno a rischio sono quelle dove siamo riusciti a promuovere la differenziazione nelle produzioni agricole, dove abbiamo lavorato per la sussistenza delle famiglie e il commercio locale, per l’accesso all’acqua e l’elettrificazione da fonti rinnovabili, per la scuola e la formazione. Ogni progetto agricolo, sociale e di sviluppo comunitari che realizziamo ci restituisce risultati positivi che andranno a determinare miglioramenti per le persone e le comunità. Fenomeni come le guerre e le carestie che visti a livello globale mettono paura e tristezza, affrontati da vicino insieme alle comunità locali, dove si pratica la resilienza, e con il lavoro costante per una vita migliore e dignitosa possono essere sconfitti.

Operiamo per lo sviluppo sostenibile, per sconfiggere la fame, lottiamo contro i cambiamenti climatici, non crediamo alle narrazioni catastrofiste e sul campo coltiviamo la speranza. Non si tratta di ottimismo, ma di esperienze che in questi anni abbiamo fatto diventare realtà tutti insieme!

Raoul Mosconi Presidente CEFA