Ecco il Bilancio Sociale 2017 di CEFA onlus che abbiamo presentato lo scorso 20 giugno in Comune a Bologna.
Il Bilancio di Esercizio 2017
La nota integrativa al Bilancio 2017
La certificazione del Bilancio 2017
La relazione di missione 2017
CEFA ha presentato il suo Bilancio Sociale 2017 al Comune di Bologna, mercoledì 20 giugno alle ore 16.30 in Sala Tassinari.
Quest’anno il tema scelto è stato la parità di genere con il titolo Donna, tempo presente.
In apertura l’assessore Marco Lombardo ha ricordato l’importanza dell’accoglienza per una città come Bologna, che sebbene non sia una città di mare e non abbia i porti, possiede i portici. I portici di Bologna sono un elemento fortemente simbolico e identitario della città e indicano protezione ed accoglienza.
Per approfondire la tematica di genere Francesca Romanelli, giornalista Rai, ha condotto il dibattito: Donna soggetto di sviluppo. Hanno preso parte alla tavola rotonda quattro ospiti, esperte di genere. Romanelli ha riportato i dati del rapporto 2018 dell’agenzia ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), secondo cui “in Africa l’85,8% del lavoro è informale e le donne ne sono più esposte nei paesi a basso e medio reddito”. L’agricoltura, principale settore di intervento di CEFA, è un ambito prettamente maschile in molti paesi del Sud del mondo. Da qui la riflessione su uno dei principali obiettivi di CEFA, ovvero l’inclusione delle donne, poiché da sempre impegnate in agricoltura, ma in lavori informali, quindi sottopagate e in condizioni di insicurezza.
Riflessione ripresa e condivisa anche dall’antropologa Francesca Crivellaro che ha notato come la parità di genere sia in realtà un tema trasversale a tutti gli ambiti di intervento. Per questo è importante secondo l’antropologa, “includere la riflessione di genere in tutte le fasi di costruzione del progetto dall’implementazione al monitoraggio. Bisogna stare molto attenti quando si pianificano le azioni in contesti come quello dei migranti di ritorno”, riporta l’antropologa come esempio, “in cui occorre rispondere in maniera adeguata ed efficace ai diversi bisogni di donne e uomini. In agricoltura anche se invisibili, le donne ricoprono un ruolo determinante, occorre dunque aumentare la consapevolezza e la sensibilità su questa tema.
Ha preso la parola poi Vilma Mazza, giornalista e presidente dell’associazione Ya Basta Padova. Ricordando le iniziative legate al progetto Donne attive, in collaborazione con il Progetto MaTerre coordinato da Cefa, avviate in Tunisia. Mazza ha parlato di temi come “nuove tecnologie e uso dei social nella promozione del territorio. Sono entrambi settori in cui le giovani donne padroneggiano gli strumenti e portano una valore aggiunto attraverso la loro creatività”. Ha parlato poi della centralità dello sviluppo di un turismo sostenibile e poco invasivo, basato sulla valorizzazione delle risorse locali e di come si debba sostenere un ruolo decisivo delle donne in questo settore, tassello fondamentale per l’avanzamento della democrazia in Tunisia. Inoltre ha ribadito la convinzione per cui “le donne possono essere protagoniste dei percorsi che portano a un beneficio all’intera comunità, se si investe su di loro. Offrire nuove opportunità, formazione e stimoli è essenziale, e sono proprio queste le misure che stanno alla base di progetti come Donne attive e MaTerre”.
Rguig Badia, progettista e formatrice per l’immigrazione, di origine marocchina e dal ’93 in Italia, ha parlato delle sfide quotidiane per l’integrazione in Italia. “A Bologna mi occupo di fornire supporto e assistenza alle donne marocchine. Infatti quasi il 60% delle donne che arrivano in Italia sono senza un’istruzione primaria. Per questo ho organizzato dei corsi di alfabetizzazione non solo di italiano ma anche e soprattutto di arabo”. Ha parlato delle sfide per l’emancipazione delle donne, di come siano state avviate alcune riforme per la salvaguardia dei loro diritti in Marocco, ma che ancora non risultano sufficienti. Riportando la testimonianza della sua esperienza personale poi, ha spiegato di come le venga ancora difficile scrollarsi di dosso la veste di “straniera”.
Infine ha concluso il dibattito Patrizia Farolini, presidente CEFA, presentando il bilancio sociale. Le novità di quest’anno riguardano appunto le donne per cui si è cercato di raccogliere i numeri sulle donne coinvolte nei vari progetti e di cui sono state beneficiarie. Farolini ha riconosciuto le difficoltà nel rendere protagoniste le donne in contesti rurali. Bisogna creare spazi di inclusione e pianificare momenti in cui le donne, pilastro dell’intera comunità, possono partecipare alle decisioni e rendersi parte attiva dei programmi di sviluppo. Per questo ha riportato l’esempio del progetto dell’acquedotto di Kiirua, che ha visto l’introduzione di quote rosa e di quote giovani, per l’inclusione delle donne nel comitato di gestione dell’acqua e di giovani che, rappresentando le nuove generazioni, potranno dare continuità a questo progetto. “Avviare progetti di cooperazione per CEFA significa accettare di camminare al fianco delle donne, cercare di comprendere le fragilità di queste culture e offrire possibilità di cambiamento”.