In Tunisia tensioni e violenze continuano ad intensificarsi, con la città di Sfax che si trova al centro di questa situazione critica. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Silvia Barbaro, cooperante del CEFA in Tunisia, per capire meglio le sfide attuali e le iniziative di supporto e inclusione per le persone migranti nel paese.
Che cosa sta succedendo a Sfax?
La situazione migratoria e le tensioni a Sfax sono peggiorate notevolmente dagli inizi di quest’anno. Molte persone migranti sono state prelevate e portate nel deserto, mentre i migranti residenti in città affrontano sempre maggiori difficoltà nel soddisfare i loro bisogni primari, come l’accesso al cibo e l’igiene personale. Questo clima di tensione e violenza ha portato a un aumento delle violenze fisiche e ha messo sotto pressione gli ospedali locali.
A che cosa sono dovute queste tensioni?
Era tutto già scritto: è quasi normale ormai che da una simile crisi economica che il paese sta attraversando, si crei questo tipo di tensione, e le persone cerchino un facile capro espiatorio. La tensione è oggi così alta che basta una piccola scintilla, e il timore è che Sfax sia solo l’inizio e questo tipo di violenze possano iniziare a toccare anche il resto il paese.
Quali sono le iniziative di supporto e inclusione messe in atto dal CEFA?
Lavoriamo con interventi di supporto fornendo aiuti emergenziali per permettere alle persone migranti ora in difficoltà di poter pagare l’affitto, accederei a prodotti e servizi di base: dal cibo all’acquisto di pannolini per i bambini. Tuttavia, la situazione rimane in continua evoluzione e richiede un coordinamento stretto tra le organizzazioni internazionali e locali. Senza il grande sforzo di coordinamento che è stato fatto in questi mesi, non sarebbe stato possibile aiutare tante delle persone in difficoltà.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
La situazione rimane in divenire e il timore è che Sfax sia solo l’inizio. Le persone migranti stanno incontrando sempre più difficoltà nel spostarsi all’interno del paese, poiché vengono ricollocate. Inoltre, la pressione dell’Europa per bloccare le partenze mette ulteriormente il paese sotto pressione.
L’emergenza migratoria a Sfax richiede un coordinamento efficace tra le organizzazioni internazionali e locali. La situazione attuale mette in evidenza la necessità di fornire supporto immediato alle persone migranti, garantendo loro condizioni di vita dignitose e protezione. Di fronte a questa emergenza, rinnoviamo il nostro impegno per fornire aiuti e promuovere l’inclusione per affrontare questa sfida umanitaria e sociale.