di Irene Sciurpa, project manager CEFA in Kenya
Come trasporti tonnellate di cemento e 43 km di tubature in un posto senza strade?
West Pokot è una delle contee del Kenya che sta subendo i peggiori effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale. La siccità prolungata degli ultimi sei anni sta infliggendo gravi sofferenze alla popolazione locale, che non hanno accesso diretto all’acqua. Ascoltando le esigenze della popolazione, abbiamo iniziato a pensare ad una soluzione per le persone che vivono a Klaan: la costruzione di un acquedotto.
Il progetto dell’acquedotto di Klaan lo ho sotto gli occhi da un anno. Sapevo esattamente quanti chilometri di tubature, quanti sacchi di cemento e sabbia sarebbero serviti per la sua costruzione. Il disegno sono “solo” due linee di colore diverso tra le montagne, con una legenda a fianco dettagliata per permettere agli ingegneri di fare i loro calcoli.
Ma anche avere quel disegno lì è stata una sfida: il progetto doveva essere altrove, a valle. I documenti erano pronti ma poi non era più possibile farlo nell’altro distretto. Con niente in mano siamo andati a cercare una sorgente alternativa d’acqua a West Pokot, cosa non affatto semplice in una regione semi arida. Alla fine di una stradina di montagna, dopo 5 ore di strada e svariati intoppi, abbiamo raggiunto questi 5 villaggi a quasi 3000 metri di altezza sul livello del mare.


A Klaan, sebbene piova di più rispetto al resto della Contea, c’è un problema enorme di accesso all’acqua. Non ci sono infrastrutture per la sua raccolta e distribuzione e le fonti d’acqua disponibili per le comunità sono dei piccoli ruscelli in media distanti 2 ore a piedi da ogni villaggio. Ovviamente non ci sono strade ma solo piccoli sentieri, percorribili a piedi o con gli asini. Tutto è in salita. Ad occuparsi della raccolta d’acqua sono soprattutto le donne e le bambine. La tanica gialla da riempire è da 20 litri. Quest’acqua serve per bere, cucinare, lavarsi. Le famiglie a Klaan sono numerose, e queste donne fanno in media 3 viaggi al giorno portando 20 chili alla volta sulla schiena, perdendo quasi 6 ore al giorno per avere un po’ d’acqua.


E insomma, io questo progetto lo avevo sotto gli occhi, avevo anche davanti agli occhi queste montagne irte di Klaan. Ma non ero riuscita ancora a mettere insieme questi elementi e ad immaginare cosa avrebbe voluto dire costruire un acquedotto in quella zona, con strade fangose e ingarbugliate, ma soprattutto inesistenti. Le svariate volte che sono salita a Klaan mi colpiva sempre la meraviglia di quelle comunità a vederci tornare. A 3000 metri non c’era mai arrivata nessun’altra organizzazione. Solo dei pazzi e noi del CEFA avremmo potuto decidere di fare lì l’acquedotto e di portare acqua nelle case di quasi 10,000 persone.

Pochi giorni fa tutto ha iniziato a prendere forma. Più di 5 trattori con rimorchi gremiti pieni di tubature e sacchi di cemento erano impegnati a trasportare i materiali dal villaggio a valle più vicino, Ortum, fino al primo dei 5 villaggi. Sono 4 ore di strada con un trattore: scaricavano e di nuovo scendevano a valle per riempire il rimorchio. Ogni trattore poteva fare massimo due viaggi al giorno e abbiamo organizzato più di 30 viaggi. Ma questa è stata la parte più facile.
Ora la domanda è: come trasporti tonnellate di cemento e 43 km di tubature in un posto senza strade?
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