Il nostro presidente Raoul Mosconi è partito per il Kenya insieme a consiglieri e volontari del CEFA per partecipare ai festeggiamenti dei 25 anni dalla costruzione dell’acquedotto di Kiirua, un grande progetto che è riuscito a portare acqua a più di 40.000 persone in un’area di oltre 200 chilometri quadrati

Per noi poter prendere parte a queste celebrazioni è stata un’emozione davvero profonda

Roberto Zanzucchi – Consigliere CEFA

La partecipazione dei nostri volontari è stata accolta molto calorosamente dalle comunità della contea di Meru, dove si sviluppa l’acquedotto, poiché furono loro stessi alcuni tra i protagonisti che negli anni hanno contribuito alla costruzione e al successo di questo ambizioso progetto. Roberto Zanzucchi seguì la seconda fase di sviluppo dell’acquedotto, Lucia Costa realizzò studi sulla modellazione idraulica, ed infine Marco Lorenzetti realizzò l’ultima parte ed il passaggio di consegna alla società locale che tutt’oggi gestisce, amministra e cura le strutture.

L’accesso all’acqua ha migliorato radicalmente la qualità della vita di migliaia di famiglie, soprattutto oggi che il Kenya e il resto del Corno d’Africa stanno vivendo gli effetti della peggiore siccità degli ultimi 40 anni. Sono molte le storie delle persone incontrate durante i festeggiamenti dell’anniversario dell’acquedotto, e fra questi c’è Simon, che ci ha raccontato della sua esperienza e partecipazione al progetto.

Simon ci racconta che suo padre è stato il primo manager dell’acquedotto. La prima persona che fin dall’inizio ha lavorato insieme al CEFA per la sua costruzione ed anche punto di riferimento per tantissimi anni. Simon, che a suo tempo è entrato a lavorare al progetto, è oggi diventato lui stesso una figura chiave, sia tecnica – perché lavora nelle squadre di operai che fanno manutenzioni e ampliamenti – che storica in quanto figlio di tutto il progetto.

Simon lavora oggi alle riparazioni ed estensioni della struttura, per fare sì che sempre più case abbiano accesso diretto all’acqua.

Ho visto veramente cambiare la mia regione. Oggi ci sono intere aree a disposizione delle comunità per essere coltivate e sostenere i fabbisogni alimentari delle famiglie e offrire prodotti sufficienti anche per la vendita, aumentando così i guadagni e migliorando la qualità di vita. Tutto questo non sarebbe possibile senza l’acqua.”

Simon ci racconta con grande entusiasmo e tanta soddisfazione di aver partecipato alla realizzazione di questo progetto. Ma soprattutto la soddisfazione più grande è quella di continuare a lavorare a qualcosa capace di dare speranza e obiettivi per il futuro.

Il progetto oggi si è enormemente ampliato. Le tubazioni sono state raddoppiate. È raddoppiato il numero delle persone che accedono all’acqua e che hanno collegamento diretto nelle abitazioni. E anche dalle parole dell’amministratore dell’acquedotto emerge un grande orgoglio per il lavoro fatto e un profondo ringraziamento perché “da un aiuto iniziale siamo stati in grado di costruire un’esperienza che oggi appartiene a tutti gli abitanti dei 16 villaggi, e la comunità è in grado di portarlo avanti”.

Il 15 ottobre a Bologna, in occasione del festival per i 50 anni del CEFA, incontreremo alcuni dei protagonisti di questa esperienza, tra cui Julius Mutuma, direttore tecnico dell’acquedotto. Sarà inoltre presentato il libro sulla storia di questo progetto redatto dalla vicepresidente del CEFA Vera Negri Zamagni.