Che fame! Una questione globale
Il 7 ottobre Gente Strana è tornato a Bologna per la sua seconda edizione con l’incontro Che Fame! Una Questione Globale
Un anno dopo aver acceso i riflettori sulla cooperazione come risposta alle sfide globali, ci siamo ritrovati per tornare a discutere su come affrontare le grandi sfide del nostro tempo: fame, cambiamento climatico e migrazioni.
Insieme agli esperti, rappresentanti delle istituzioni e attivisti abbiamo esplorato soluzioni concrete e rinnovato il nostro impegno per una cooperazione umana e sostenibile. Con ospiti speciali come Matteo Zuppi, Maurizio Martina e Martina Lovison, abbiamo gettato le basi per lavorare insieme per un futuro migliore, perché crediamo che la cooperazione tra gente strana, condividendo valori, obiettivi, competenze e risorse, sia la chiave per un mondo più giusto e sostenibile.
Grazie a tutte le persone che sono state con noi e grazie a tutta la Gente Strana che continuerà a portare avanti questo impegno e questi valori tutti i giorni.
Alice Fanti – Direttrice CEFA
“Questo è un seme che ha fatto germogliare una realtà straordinaria: Giovanni Bersani, un grandissimo uomo, un grandissimo uomo politico. Aveva capito che non esiste nulla che si possa fare per paesi in via di sviluppo che non sia dimensionato a livello europeo. Per questo dobbiamo evitare di fare un piano dell’Italia per l’Africa. Dobbiamo fare un piano dell’Europa per l’Africa perché l’egocentrismo che può portare l’Italia a fare un piano per l’Africa nuoce.”
“I nostri soci di riferimento sono i governi e gli stati, a cui chiediamo a chi è più sviluppato di credere di più allo spazio del multilateralismo e della cooperazione. Crederci e quindi anche finanziare lo spazio della cooperazione. Non c’è alcun dubbio che per cercare di affrontare questa situazione abbiamo bisogno di più risorse, e di investirne nella metà del tempo. Se pensiamo alla crisi climatica, ci sono alcune realtà dove l’impatto di questa crisi sta diventando quotidianamente devastante per intensità e frequenza di quello che accade. Dobbiamo assolutamente fare di più.”
“Parliamo di migrazioni in termine emergenziali, ma la mobilità è un tratto essenziale dell’umanità. Il concetto di migrazione esiste come contraltare alla sedentarietà. Come la intendiamo oggi, la migrazione esiste con un senso amministrativo, legato alla presenza di confini che oggi pensiamo come fissi, ma che in realtà sono flessibili, in cambiamento: basti pensare alla caduta dell’URSS e la nascita di nuovi stati che ci mostra come i confini possano cambiare.”
“Nella logica europea, dobbiamo immaginare delle regole con un respiro ampio: spesso assistiamo a interventi che non sono strutturali. Dobbiamo superare la logica di corto respiro, che non ci porta da nessuna parte. Abbiamo il dovere e l’obbligo di pensare e guardare avanti, con azioni concrete. Per questo auspichiamo eventi strutturali.“
“L’idea di creare un piano Mattei è la volontà di gare qualcosa, ma bisogna capire cosa significa. L’Italia non deve fare un piano per l’Africa ma deve farlo insieme all’Africa. Non dobbiamo dare lezioni, dobbiamo collaborare insieme, creando un piano italo-africano. Abbiamo strumenti operativi che permettono di avere gruppi di paesi che formano progetti con partner locali: bisogna lavorare insieme. Bisogna trarre ispirazione dalle radici dell’Europa, non sfuggendo alle responsabilità, ma filtrando attraverso la propria storia, costruendo solidarietà. “
“L’Africa è responsabile di una minima percentuale nell’emissione del gas serra, ma sta pagando di più per il cambiamento climatico. Sono importanti gli investimenti sull’agricoltura, sulla formazione e sulle infrastrutture. Sono priorità che non devono essere messe da parte. Abbiamo bisogno di investire nella formazione e in una cittadinanza attiva, lo vedo nel mio paese ogni giorno: bisogna pensare all’investimento ed evitare che le fake news prendano piede.“
“Affinché le sfide di cui abbiamo parlato possano essere affrontate e fronteggiate c’è bisogno davvero, e non retoricamente, di tutti e tutte. C’è bisogno che la politica e le istituzioni facciano scelte coraggiose e lungimiranti. C’è bisogno che i media tengano alta l’attenzione su questi temi. C’è bisogno di aziende che capiscano l’importanza di investire in modo sostenibile e solidale. C’è bisogno di persone come voi che credono che la cooperazione sia una soluzione da incentivare.”
“Grazie per essere gente strana, che mette insieme gente strana che rende normale questo mondo. Non è normale che nel mondo non ci sia pace; non è normale che in 40 anni non abbiamo affrontato il tema della migrazione e degli aiuti all’Africa. Grazie di essere Gente Strana, continuiamo ad esserlo per rendere normale questo mondo. Siamo gente strana, e continuiamo a pensare che le guerre vadano risolte non con le armi.“